Storia & Trdizione
L’immobile fu edificato intorno al 1853 dalla famiglia Monti, su progetto dell’architetto Pietro Todeschini. I primi disegni del progetto risalgono al 1846. Nel 1858 il Palazzo venne acquistato da Salvatore Monti, ricco commerciante e proprietario di svariati immobili in città. Nel testamento del 1867, Monti destina gran parte dei suoi beni ai figli Antonio e Luigi, che già avevano rilevato l’attività paterna. Nell’atto notarile la proprietà viene definita come “cantino, colombaio e poncione, consistente in caseggiato con cortile, portico, giardino ed annesso pozzo”. Alla morte di Salvatore Monti nel 1871, il Palazzo passa ai due figli e nel 1878 viene rilevato dal figlio Antonio, che provvede al completamento dell’opera della parte prospiciente il giardino (parte meridionale del corpo principale), rimasta originariamente incompiuta in previsione dell’ampliamento dei portici, mai attuato.
Il progetto venne commissionato all’ingegnere lecchese Enrico Gattinoni, esimio autore del Campanile della Basilica di San Nicolò. L’opera prevedeva il prolungamento e la chiusura del fabbricato esistente, in uno stile “eclettico” che rifletteva la formazione artistica torinese del progettista: lesene corinzie, fasce marcapiano, bugnato al piano terra.
Nel rilievo catastale del 1898 il Palazzo ha già il sedime attuale.
In seguito l’immobile passò alla proprietà della famiglia Nava e negli anni sessanta del novecento al ragionier Valentino Gerosa Crotta.
Cenni Architettonici
L’edificio, in stile eclettico, si compone di un corpo principale di quattro piani fuori terra sul fronte stradale principale e da due ali, di due piani anch’essi fuori terra, che formano un impianto a “U” comprendente un cortile interno. Il corpo principale, porticato su entrambi i fronti, presenta dieci alte arcate a tutto sesto su strada e cinque sul cortile interno. È suddiviso in quattro settori: uno centrale con cinque arcate, che trova corrispondenza nella facciata interna, due laterali costituiti da due arcate, che corrispondono all’interno alle due ali perpendicolari, e un settore, formato dal corpo di destra, a “torre”. La composizione della facciata risulta così asimmetrica. I settori centrali si caratterizzano per la presenza del bugnato al piano terra, per le cornici di finestre e balconi, mentre il settore meridionale si presenta come un corpo indipendente, anche se integrato con il resto della facciata. Questo si distingue per la maggiore altezza e per gli elementi decorativi più elaborati: paraste composte che abbracciano i due ordini superiori, finestre con frontoni triangolari e semicircolari nonché balaustre in materiale lapideo. La facciata presenta alla sommità, oltre le cornici sorrette da lesene, aperture ovali nel sottotetto. Il portico interno ha una copertura a “volte a vela” che coprono le cinque campate esistenti. Nel Palazzo sono visibili significativi elementi decorativi d’ispirazione “Liberty”, come la decorazione del soffitto dell’atrio centrale, la cancellata di ferro a disegni floreali, due fontane in granito nei due vani scala del corpo principale, un parapetto in ferro battuto con motivi floreali campeggiati dalla “M” iniziale della famiglia Monti.
Dettagli & Finiture
Nell’accurata opera di restauro e recupero che ha interessato il Palazzo, sono stati fusi alla perfezione i caratteri stilistici antichi ed i moderni interventi: le piastrellature originali, caratterizzate da giocosi tagli geometrici e dalle tinte calde, sono state completamente ripristinate ed affiancate a piastrellature di nuova costruzione che rispettano il gioco geometrico del preesistente seppur in chiave più moderna e contemporanea, con tinte neutre e trame floreali.
Il progetto di ripristino e restauro del Palazzo ha previsto che tutti gli impianti idro-sanitari, elettrici nonchè le finiture siano di primissima qualità, con standard tecnologici di alto livello.